Yaiba

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Maresciallo Dart Darkness
view post Posted on 5/4/2008, 16:11




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Prologo surreale: Yaiba vive assieme al padre nella giungla, vestito con kimono e zoccoli, nutrendosi di belve feroci che uccide con la propria spada di legno. Mentre per il padre quella di andare ad isolarsi è stata una scelta, per il ragazzino è l’unico mondo disponibile, per cui lo vive con serenità ed allegria.
La storia inizia quando i due, imballati per sbaglio in scatoloni di ananas, vengono rispediti in Giappone, trovando alloggio nella grande residenza di Raizo Mine, il più grande avversario del padre di Yaiba, grande kendoka appartenente ad una famiglia di esperti.
Arrivato in città il ragazzo si lancia in una sequenza di gag e situazioni imbarazzanti mica da ridere, accompagnato dalla sua coetanea Sayaka Mine, attirando tra l’altro con i suoi comportamenti l’ostilità di un folto numero di persone.
Fin da subito però Yaiba verrà costretto a mostrare la sua abilità con la spada di legno, abilità grezza e istintiva che dovrà essere forgiata a dovere. A stimolarlo, diventando il suo più grande avversario, ci penserà Takeshi Onimaru, esperto kendoka dal carattere diametralmente opposto a quello di Yaiba, che a sua volta non riuscirà a sottrarsi dall’essere protagonista di diverse gag.
Lo sviluppo della storia, inizialmente impostata come una normalissima commedia d’azione, cambierà dopo pochi volumi, introducendo componenti fantastiche ed una sequela di nemici vari che vorranno fare la pelle al protagonista

Yaiba è un manga semplice e diretto, non come un cazzotto nello stomaco, ma piuttosto come una barzelletta un po’ sporca. La serie è comica e surreale, con dei ritmi e delle scene che potrebbero facilmente ricordare Ranma 1/2, o quantomeno lo stile della relativa autrice, Rumiko Takahashi. Gran parte delle cose che accadono non hanno un motivo preciso, accadono perché sono funzionali alla storia, oppure proprio perché nessuno è riuscito ad impedire che accadessero.
Yaiba diventa all’inizio amico di una tigre, ma non perché gli salva la vita, o perché ha una particolare empatia con le belve. Semplicemente perché, mentre cercava di mangiarsela, viene aggredito da un gruppo di scimmioni piuttosto agitati, e la usa come mezzo di locomozione per scappare, per poi trovarsela in Giappone ed usarla come sparring partner negli allenamenti. Anche il primo scontro con Onimaru diventa una sorta di bandiera per far inquadrare la serie, combattendosi i due ragazzi saltando da un furgone all’altro, combattendo reggendosi con una mano al finestrino, lanciandosi il carico, sfondando le vetrate dei negozi, facendosi scudo con piatti e pentole.
Una serie spontanea e divertente quindi, che però lascierà la strada dell’umorismo non-sense per lanciarsi in un filone avventuroso più simile ad un Dragon Ball che ad un Ranma, probabilmente guadagnandone a livello di combattimenti e perdendone a livello di comicità.
Il disegno, nonostante siano ben visibili le potenzialità dell’autore che in seguito ha realizzato l’ottimo Detective Conan, è decisamente spartano. In quest’opera infatti Gosho Aoyama ha un tratto grosso e piuttosto grezzo, molto rotondo e caricaturale, decisamente meno fine e preciso di quello delle sue opere successive. Nonostante questo l’opera è ben leggibile, con scene dinamiche ben realizzate e caratterizzazioni grafiche adatte all’atmosfera comica. Si spera, vista la lunghezza dell’opera, in un miglioramento.
 
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